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La Corte dichiarava ammissibile il ricorso proposto dal giudice Era stato comunque sancito un principio di grande importanza, utilizzabile da tutti i giudici che si fossero trovati in situazioni analoghe.
La sentenza della Corte Costituzionale, peraltro, era sopravvenuta dopo che la corte di Cassazione aveva trasferito a Roma l'istruttoria. Qui il 7 dicembre il Pubblico Ministero chiedeva il proscioglimento di Pacciardi, Orlandini, Pagnozzi, Borghesio e della Nicastro per non aver commesso il fatto, e il proscioglimento di Edgardo Sogno e Luigi Cavallo per insufficienza di prove. Il 12 settembre il Giudice Istruttore dr.
Dunque solo un anno dopo il piano di Sogno. Il progetto di Sogno prevedeva l'istituzione di un sindacato unico. Le condizioni internazionali, radicalmente cambiate dopo la caduta di Nixon, avevano portato alla dissoluzione dei governi paleofascisti in Grecia e Portogallo e dunque rendevano improponibile la strada del golpe, sia pure "bianco", per imporre alcune correzioni istituzionali.
Anche questo episodio deve essere considerato parte integrante della strategia della tensione. Si trattava di uno stupro politico. Dichiarazioni gravissime.
I nomi senza asterisco indicano persone che non erano a conoscenza della designazione, ma presunti aderenti. Rognoni e ai suoi uomini, pur senza far parte del gruppo La Fenice, prima di transitare nei ranghi della malavita comune. Guido Salvini del 9 maggio Sentenza-Ordinanza del G.
Guido Salvini, proc. Guerin-Serac, cittadino tedesco il quale risiede a Lisbona ove dirige l'agenzia Ager - Interpress [sic] [ Un particolare cruciale contenuto nel primo, e omesso nel secondo appunto, riguarda l'uso di congegni a orologeria negli ordigni usati a Milano. E' allora "lecito chiedersi - secondo il P. Lombardi di Catanzaro - come mai la sera del 13 dicembre, o qualche giorno dopo, a Roma si potessero conoscere circostanze, alle quali non poteva certo risalirsi per analisi degli avvenimenti, ma solo per scienza diretta".
Altrettanto significativa appare la soppressione, nell'edizione purgata dell'appunto Sid trasmesso a Polizia e Carabinieri, dell'informazione relativa all'infiltrazione di Mario Merlino, con funzione di guida nel gruppo "22 marzo", definito come filocinese nell'appunto originario. In indocina fu due volte ferito e decorato.
Nel frattempo altri reduci dell'Oas erano giunti a Lisbona, dove insieme decisero di dar vita ad un organizzazione anticomunista internazionale "privata". Il Messaggero chiedeva retoricamente: "sono responsabili i 'maoisti, i cinesi', i gruppi fanatizzati che si pongono alla sinistra dello stesso partito comunista [ E' l'opera di estremisti - dice - ma di estremisti di sinistra, su questo non possiamo avere dubbi" citato in Zacaria , LXXX.
Da parte sua il prefetto di Milano, Liberio Mazza, aveva telegrafato al primo Ministro: "ipotesi attendibile che deve formularsi indirizza indagini verso gruppi anarcoidi".
Nella primavera del partecipa ad una "escursione" nella Grecia dei colonnelli, formalmente organizzata dall'Esesi, l'associazione degli studenti greci in Italia. I partecipanti furono accolti dai dirigenti del regime amico, e sottoposti ad una sorta di corso accelerato in quelle tecniche di infiltrazione a scopo eversivo che erano state impiegate con successo in Grecia l'anno precedente.
Al rientro in Italia gli "studenti" si dedicarono a loro volta all'applicazione sistematica di queste tecniche, cercando di inserirsi in gruppi dell'estrema sinistra.
Franco Freda Organizzatore e in parte esecutore materiale di tali attentati fu il capo ed ispiratore del gruppo padovano, Franco Giorgio Freda, discepolo di J.
Secondo Digilio, anche Delfo Zorzi sarebbe andato in Israele. Le recenti indagini milanesi rafforzano il significato accusatorio della vicenda dei timers e del loro acquisto da parte di Freda.
Diversi collaboratori di giustizia provenienti dall'area di destra Bonazzi, Calore, Izzo hanno infatti confermato che l'attentato al treno Torino-Roma del per cui furono condannati Nico Azzi ed il gruppo milanese La Fenice , si inseriva nel contesto di un'azione provocatoria, che comportava anche la collocazione di alcuni timers appartenenti al lotto usato a piazza Fontana in una villa di Giangiacomo Feltrinelli; il che proverebbe che ancora nel i timers erano in possesso del gruppo milanese La Fenice e non erano stati invece consegnati al fantomatico capitano Hamid.
Un'ulteriore conferma di questa ipotesi viene da una delle fonti Edgardo Bonazzi , destinatarie di confidenze di Pierluigi Concutelli, secondo cui questi, alla fine del , sarebbe stato avvicinato nel carcere di Trani da Franco Freda che gli proponeva di farsi passare per il capitano Hamid, al fine di confermare la tesi difensiva. Pozzan, bidello di una scuola per ciechi di Padova, era uno stretto collaboratore di Freda e nel corso di due interrogatori alla presenza del difensore 21 febbraio e 30 marzo aveva fornito molti particolari sul ricordato incontro di Padova del 18 aprile , affermando, tra l'altro, che Pino Rauti era tra i presenti e che fu presa in quella circostanza la decisione "di approfittare della tensione politica e sociale in atto inserendosi con iniziative utili ad acuirla".
Non appena rilasciato, si rese irreperibile. Responsabili dell'operazione furono il generale Gian Adelio Maletti, capo del reparto "D" del Sid ed il suo aiutante, il capitano. Salvini in data 18 marzo , pag. Antonio Labruna La sua scomparsa, una volta in Spagna, li avrebbe quindi colti di sorpresa. Successivamente, il capitano Labruna, interrogato dal giudice istruttore di Milano, ha confermato di essersi recato personalmente, insieme a Guido Giannettini, ad accogliere Pozzan alla stazione Termini, dove Pozzan sarebbe giunto accompagnato da Massimiliano Fachini, che peraltro nega l'episodio.
Labruna ha inoltre in seguito prodotto alla A. A sua volta Rauti sarebbe stato scientemente tirato in ballo, nel tentativo di Freda di trovare una copertura in grado di alleggerire la sua posizione. Ricordo che era in un periodo freddo. Il Fachini mi chiese di raccontargli quali erano state le domande fatte dai giudici, cosa alla quale io risposi, chiedendomi inoltre se avevo bisogno di aiuto e se il lavoro andava bene.
Successivamente, sempre in periodo freddo invernale, nello stesso tempo in cui effettuavo alcune deposizioni in Milano, il Fachini rivenne, unitamente ad altra persona a me al momento non nota, sempre presso la mia abitazione-negozio.
In questa occasione era presente mia moglie ed alcuni clienti. Riconoscemmo poi in un articolo di giornale l'individuo che aveva accompagnato il Fachini, si trattava di Pino Rauti. L'ultima minaccia la ebbi nel corso della Fiera Campionaria di quello stesso anno, credo svoltasi in giugno, ove avevo uno stand della Hoover. Preciso che si trattava dei lavoratori preparatori per la Fiera. Giovanni Ventura aveva "confessato" marzo di essersi infiltrato nel gruppo di Freda per conto del Sid, che il suo contatto con il Sid era Giannettini e che, in cambio, quest'ultimo gli trasmetteva rapporti informativi segreti.
Poco dopo che Giovanni Ventura ebbe iniziato la sua "confessione" e, quando l'inquirente milanese stava concentrando l'attenzione su Giannettini, i due ufficiali che avevano gestito l'episodio Pozzan Maletti e Labruna realizzarono la medesima operazione con Giannettini. Questi fu inizialmente nascosto in un appartamento del Sid intestato a tal Colantuoni, membro di Gladio e poi fatto espatriare in Francia aprile La fuga ebbe luogo immediatamente prima di una perquisizione in casa Giannettini, quando la convocazione di questi da parte del magistrato era imminente e fu organizzata in modo da non lasciare alcuna traccia alla frontiera.
Nel fu sequestrato, nell'abitazione del generale Maletti a Roma, un appunto relativo ad un colloquio del 5 giugno fra lo stesso Maletti ed il capo del Servizio ammiraglio Mario Casardi.
Casalini si vuole scaricare la coscienza. Afferma che operavano convinti appg. Colloquio con M. Convocare D'Ambrosio. Incaricare gruppo C. Gli esiti delle stesse - sia pur non ancora definitivi - consentono di ricostruire la vicenda nel modo che segue: Casalini era un membro, seppure non di primo piano, del gruppo padovano di Freda. A seguito di una crisi di coscienza aveva cominciato a collaborare con il Centro C.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di C. Maggi e D. Forleo, del 12 giugno , pp. Caprara, che raccolse l'intervista, il Ministro aveva affermato che la decisione era stata assunta in una riunione a Palazzo Chigi.
A queste considerazioni venno aggiunte quelle che scaturiscono dalle nuove acquisizioni processuali, dalle quali emerge chiaramente che la strage di piazza Fontana, quella di via Fatebenefratelli e quella di Brescia sono state compiute nonostante il gruppo di Ordine Nuovo fosse penetrato al suo interno da agenti della rete operativa che faceva riferimendo al comando Ftase di Verona. E solo inizialmente, attraverso i loro uomini, tentarono di impedire un attentato.
Poi — come vedremo ampiamente - scelsero di rimanere inerti o, peggio, consentire ai loro uomini come Digilio e Marcello Soffiati di diventare parte attiva nella organizzazione delle stragi. In particolare, Carlo Digilio ha raccontato come gli ufficiali americani, in un primo momento, avessero cercato di non far degenerare la situazione:. Ci incontrammo, come facevamo di solito, all'entrata del Palazzo Ducale in San Marco e mi disse che intendeva parlarmi di una cosa molto delicata.
Mi disse che la sua struttura aveva saputo a Roma, dall'ambiente di Ordine Nuovo, che tale organizzazione stava progettando un grave attentato con esplosivo contro la persona del Giudice milanese, dr.
Faccio presente che certamente il capitano Carrett aveva saputo dei miei due accessi al casolare di Paese tramite le relazioni del prof. Lino Franco. Mi disse che la loro struttura era stufa di tollerare o appoggiare azioni di servizi segreti italiani che avevano superato i limiti e scherzavano con il fuoco. Probabilmente, le informazioni erano arrivate agli americani tramite gli ordinovisti romani. Per cui uomini di On, informatori degli Usa, passavano le informazioni a Carrett.
Il quale per riscontri e verifiche utilizzava a sua volta gli agenti infiltrati dentro On del Triveneto. Insomma, la struttura informativa americana, era al corrente dei progetti del gruppo ed era favorevole ad un attentato meramente dimostrativo.
Ed aveva instaurato due rapporti fiduciari e di disponibilita a rendere noti i propri progetti nel contesto di una linea strategica che poteva essere comune: a Roma fra il livello centrale della struttura informativa americana e direttamente i dirigenti del Centro Studi Ordine Nuovo; in Veneto, a livello periferico, fra Sergio Minetto, fiduciario della struttura americana, e il dottor Maggi, responsabile di Ordine Nuovo per il Triveneto.
Forleo, pp. Sarebbe stato necessario far sparire armi ed altro materiale compromettente dalle abitazioni dei militanti, in previsione di perquisizioni. Infatti Digilio si era subito liberato di munizioni che deteneva in casa illegalmente.
Lo stesso Maggi si era precostituito un alibi per quei giorni, allontanandosi da Venezia per recarsi in montagna e interrompendo apparentemente i contatti con i militanti. Marcello mi disse che per fortuna Maggi non lo aveva "mosso" per i fatti del 12 dicembre e ne era contento, visto come erano andate le cose.
Io riuscii a parlare con Marcello in modo appartato prima che arrivasse Maggi e che la cena iniziasse. La risposta di Soffiati fu negativa e del resto anche a Venezia, nelle settimane precedenti, tutto era stato tranquillo almeno per quanto concerne le persone vicine al nostro gruppo. In un altro interrogatorio, Digilio ha riferito di un altro incontro di carattere conviviale tra gli ordinovisti.
Digilio, 21 febbraio Digilio, 17 maggio Fascisti che hanno agito impunemente grazie alle coperture istituzionali e alle coperture garantite in sede atlantica dagli ufficiali Usa loro referenti. Questa riunione si tenne a Padova nella primavera del Mi disse che la campagna non era finita e che altri gruppi di attentati sarebbero stati avviati nell'intento di far fare una scelta al mondo militare e a ruota di questo anche a certi politici di Roma.
Aggiunse che questo progetto era partito con una riunione a Padova nella primavera, che aveva visto presenti i padovani, i veneziani, alcuni di Treviso, fra cui lui stesso, e il capo di Ordine Nuovo, Pino Rauti.
Disse che la riunione si era svolta in una casa privata. Maggi in merito a quanto stava per accadere e qualche giorno prima degli attentati del 12 dicembre Sono quasi certo che quanto sto per raccontare avvenne uno o due giorni prima dell'Immacolata, che cade l'8 dicembre.
Premetto che quando Maggi, ai primi di dicembre, mi disse di stare in allerta e di avvisare altri camerati come Boffelli, mi disse anche che, per quanto mi riguardava personalmente, avrei ricevuto una chiamata da Zorzi che avrebbe avuto bisogno della mia presenza. In ogni cassetta, affondata nell'esplosivo c'era una scatoletta metallica con un coperchio, come quelle che si usavano per il cacao, che conteneva il congegno innescante che era stato preparato, come lui mi disse, da un elettricista.
Faccio presente che io del resto sapevo che Zorzi non sapeva guidare e quindi per spostarsi in macchina doveva ricorrere di volta in volta appunto a suo fratello o a Mariga che faceva parte del suo gruppo. Io ovviamente mi resi conto che la richiesta di Zorzi era collegata ai fatti che Maggi aveva preannunziato pochi giorni prima. Quando in seguito, nei giorni di Natale, rividi Maggi a Venezia gli dissi che avevo visionato gli ordigni. Quando Soffiati, prima della cena di cui ho parlato in data 5.
Le tre cassette metalliche avevano delle scritte in inglese e mi sono ricordato che io feci notare a Zorzi che la loro evidente caratteristica di cassette militari ad un eventuale controllo avrebbe destato molto sospetto e creato seri pericoli per chi la trasportava di essere sottoposto ad una verifica. Fra l'altro notai che le tre cassette non erano nemmeno coperte da un telo ed erano subito visibili appena aperto il bagagliaio.
Ritornando alla descrizione di quello che vidi, confermo che in ogni cassetta c'era uno di quei barattoli di cui ho parlato ieri, praticamente immerso nell'esplosivo che era sfuso. Chiesi comunque a Zorzi che tipo di innesco fosse e questi mi rispose che era un meccanismo di assoluta sicurezza preparato per il gruppo da un elettricista.
E' possibile che i pezzi di tritolo che vidi nelle cassette militari fossero il materiale recuperato dalle scatolette non utilizzate per gli attentati ai treni dell'agosto.
Un racconto molto importante ai fini processuali, ma anche storico-politico. Il capitano Carrett si era in seguito congratulato con Digilio per il suo lavoro ricordando che la struttura vedeva di buon occhio azioni dimostrative, ma non accettava massacri indiscriminati.
Altrimenti, per assassinare innocenti, seminare terrore e coprire i responsabili, sarebbe stato sufficiente lo Stato. Carlo Digilio, dopo sette anni di latitanza fu poi espulso da Santo Domingo, dove aveva riallacciato i rapporti con i Servizi statunitensi, e fece rientro in Italia nel Per usare le parole del G.
Pietro Scoppola, La costituzione contesa, Torino, Einaudi, , p. Sentenza-ordinanza del 3 febbraio del giudice istruttore Guido Salvini, p. Quanto emerge ha poi una connessione di tutta evidenza con la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre , a dimostrazione di un unico disegno finalizzato al sovvertimento delle istituzioni repubblicane. Dichiara a questo proposito Digilio:.
Rumor aveva disatteso queste nostre aspettative e non si era sentito di portare avanti questa scelta. A differenza di Vinciguerra, probabilmente senza neppure troppi ideali. Maggi, responsabile della cellula, limitava le sue visite, e a gestire il futuro stragista era Neami. Maggi e Paolo Molin ed era rimasto in contatto con il dr.
Giova peraltro ricordare che molti dei c. E mentre le intelligence seguono i movimenti del primo, Digilio e Soffiati si premurano di mettere al corrente di quanto sta per accadere i loro referenti americani.
Sapevano i Servizi italiani, quelli israeliani e quelli statunitensi, ma nessuno fece nulla per impedire la morte di quattro persone innocenti e il ferimento di oltre quaranta. Il secondo filone include le altre due istruttorie ed i relativi procedimenti, innescati dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia provenienti dall'ambiente carcerario, e si focalizza sui gruppi della destra radicale milanese, attraversando l'intero panorama eversivo degli anni ' L'esito assolutorio fu confermato da una quarta istruttoria, chiusa dalla sentenza-ordinanza 23 maggio del giudice istruttore Zorzi con la richiesta di non luogo a procedere per l'imputazione di concorso in strage e con la formula per non aver commesso il fatto nei confronti di altri imputati rientranti nella pista milanese Fabrizio Zani, Marco Ballan, Giancarlo Rognoni, Bruno Luciano Benardelli e Marilisa Macchi.
Probabilmente diversa sarebbe stata la situazione se in quel tragico giorno di maggio non avesse piovuto. La bomba era stata infatti collocata in un porticato dove di regola durante manifestazioni pubbliche si posizionavano reparti delle forze dell'ordine. Se le vittime dell'attentato fossero state uomini delle forze dell'ordine, sarebbe divenuto in astratto possibile un depistaggio, che la situazione venutasi concretamente a determinare rese impraticabile.
Il megalomane era Ermanno Buzzi, pregiudicato per reati contro il patrimonio, specialista in furti e ricettazione di opere d'arte, confidente dei carabinieri, millantatore. Ti assicuriamo che ti terremo in disparte, non preoccuparti, tu esci'. Io dicevo che non sapevo niente di questo fatto. Il capitano Delfino mi disse che dovevo confermare quello che mi dicevano i magistrati se volevo salvarmi". Il capitano Delfino: "Ad un certo punto io mi venni a trovare solo in una stanza col detenuto, mentre i due magistrati stavano camminando nel corridoio.
Gli dissi: 'Cosa bestemmi a fare? Se anche ti promettessi di farti scappare, se anche ti promettessi dieci milioni, cose del tutto impossibili, tu non risolveresti il tuo problema. Tu devi toglierti il rospo che hai sullo stomaco'. A questo punto Papa Angelo, avvinghiandosi al mio braccio, mi disse: "La bomba l'ho messa io, me l'ha data Buzzi". Interruppi il colloquio, aprii la porta della stanza, e chiamai i magistrati. Penso che costoro abbiano visto il mio aspetto.
Ero anch'io impallidito per l'emozione dalle registrazioni risulta "cadaverico" che la notizia mi aveva dato. Rotella, Memoria di Piazza della Loggia, in V. Borraccetti a cura di , Eversione di destra, terrorismo, stragi. Che un minus habens come Papa ancora in quinta elementare a quattordici anni fosse in grado di cogliere un'argomentazione complessa, ricca di subordinate e periodi ipotetici, come quella di Delfino, sembra altamente improbabile. Nessuno di costoro aveva mai manifestato alcun interesse o credo politico.
Dall'altro lato stava una dozzina di rampolli della buona borghesia bresciana, studenti non proprio modello che militavano con diverso impegno nei gruppi della destra radicale, anche milanese e che erano legati fra loro da vincoli di amicizia, di stile di vita, di credo politico. Molti degli appartenenti al gruppo, fra cui Andrea Arcai, figlio del giudice che stava indagando sul Mar, avevano trascorso vagabondando fra Brescia ed il lago, fra una villa, una pizzeria, una discoteca con Silvio Ferrari la sera e la notte precedente la tragica morte di quest'ultimo.
Il gruppo immediatamente individuato come autore della strage appare, ad una serena riflessione odierna, poco credibile come tale. Non appaiono quindi come arbitrarie fantasie, ma come indicazioni plausibili e coerenti, quelle emergenze processuali che individuano proprio nell'ambiente dei "milanesi" la matrice politica e operativa della strage di Brescia.
Tali prove sarebbero potute venire dall'accertamento della presenza a Brescia del principale imputato, Ferri, nella mattina della strage. Ma sul punto la Corte riconobbe che era mancato un sufficiente accertamento:.
Molti elementi hanno trovato apprezzabili riscontri logici. I riscontri oggettivi non sono stati soddisfacenti. Ombre di incertezza sono rimaste su non poche circostanze. Su tali basi la assoluzione degli imputati fu pronunciata con la formula dubitativa. Il giudizio di secondo grado marzo assegnava uno spazio ancora maggiore ai dubbi, ed assolveva tutti gli imputati per non aver commesso il fatto.
Tale giudizio diventava conclusivo con la sentenza della cassazione del novembre dello stesso anno. Ed invero sin dagli inizi degli anni '70 gruppi giovanili della destra bresciana avevano conosciuto un processo di forte radicalizzazione.
Si tratta dapprima di un sistematico "stillicidio di violenza [ L'escalation prende una svolta decisamente terroristica agli inizi del , quando, nella notte del febbraio, un potente ordigno al tritolo devasta completamente la Federazione provinciale del Psi. Segue un'ulteriore impressionante serie di attentati in parte riusciti, in parte mancati.
Rotella, Memoria di Piazza della Loggia, cit. Sul posto, volantini inneggiano al lager di Dachau, alla guerra contro comunisti, massoni ed ebrei. Un mese dopo Anno Zero rivendica l'attentato. Si trattava di sei giovani tutti di A. Processati per direttissima, sono condannati a tre anni di reclusione. Il 9 maggio vengono catturati lo stesso Fumagalli, Agnellini ed una decina di altre persone, ma gli arresti si susseguono quasi quotidianamente, sino al 28 maggio ed oltre.
Nonostante il riserbo istruttorio, alcune nuove testimonianze sono diventate pubbliche. Tra queste una, importantissima e, forse, decisiva, di Carlo Digilio che vale la pena di riportare per esteso:.
Era costituito da una normale pila da 4,5 volt e da una sveglia grossa di tipo molto comune con dei bilancieri che facevano rumore. Notai che il quadrante della sveglia non era di vetro, ma di plastica. Era una sveglia veramente dozzinale e di poco prezzo. Io gli dissi che era stato un pazzo a portare quell'ordigno in treno da Mestre e di buttare via nell'Adige quella roba appena avesse potuto.
Zorzi aveva detto che per quell'operazione era disponibile a mettere a disposizione l'esplosivo e il congegno, ma non a fare altro. Soffiati era preoccupato e spaventato, ma alla fine mi disse che non poteva fare altro che portare l'esplosivo dove gli era stato ordinato.
Dopo pochissimi giorni vi fu la strage di Brescia. Il tutto nel giro di pochi giorni. Secondo me, in particolare a quella cena di Rovigo, fu decisa una vera e propria strategia di attentati che si inserivano nei progetti di colpo di Stato che vedevano uniti civili e militari e si inserivano nella strategia anticomunista del Convegno Pollio del Persone come il dr.
A dimostrazione che la strategia stragista era approvata dai superiori di Minetto, Digilio e gli altri, i quali, evidentemente, ritenevano che in quel modo si applicassero correttamente le direttiva Usa in materia di sicurezza e lotta al comunismo.
Le affermazioni di Digilio hanno trovato una serie di riscontri. Come detto, Digilio avrebbe riferito alla magistratura questo particolare solamente alcuni mesi dopo.
Ordinanza di aplicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Maggi Carlo Maria e Zorzi Delfo, proc. La prima istruttoria sull'Italicus si concluse con il rinvio a giudizio di Mario Tuti, Luciano Franci e Piero Malentacchi, estremisti di destra appartenenti all'ambiente toscano del Fronte Nazionale Rivoluzionario. Quest'ultimo era stato autore di un tentativo depistante tendente ad attribuire l'organizzazione di un attentato ad un treno ad un movimento studentesco romano di sinistra.
Un secondo preannuncio della strage sarebbe stato operato da Claudia Aiello, una italo-greca dipendente del Sid con funzioni di interprete ma infiltrata per conto del servizio segreto nel Pci e negli ambienti degli esuli greci che pochi giorni prima dell'attentato sarebbe stata ascoltata in una ricevitoria del lotto di Roma affermare per telefono frasi quali "Le bombe sono pronte L'episodio, oggetto di ripetuto e attento esame giudiziario, non ha portato a sviluppi indagativi che abbiano assunto concreto rilievo.
Si trattava, come si vede, di un quadro probatorio consistente ma incompleto per la mancanza di sufficienti riscontri all'accusa del Fianchini. Tuti, Franci e Malentacchi furono assolti in primo grado dall'accusa di strage per insufficienza di prove. In appello Tuti e Franci furono condannati all'ergastolo.
La sentenza fu annullata dalla prima sezione della Corte di Cassazione e la Corte di Assise di Appello di Bologna, in sede di rinvio, assolse Tuti e Franci con formula piena; l'assoluzione divenne definitiva a seguito di sentenza del 24 marzo della Corte di Cassazione.
Come sostanzialmente espresso nel provvedimento, le conclusioni del G. Pertanto la sentenza-ordinanza, sempre con riferimento agli ambiti temporali considerati, trasmette agli atti: - alla procura di Bologna per l'ulteriore corso delle indagini contro gli ignoti autori della strage dell'Italicus; - alla procura di Roma in ordine alle ipotesi di cospirazione politica e attentato contro la Costituzione dello Stato delineabili nell'intero arco temporale compreso tra il e il a carico di Gian Adelio Maletti, Antonio Labruna, Giancarlo D'Ovidio, Federigo Mannucci Benincasa, Umberto Nobili, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte, Licio Gelli.
Sono ostacoli che ovviamente non sussistono ai fini di una valutazione diversa da quella giudiziaria quale quella storico-politica che compete a questa Commissione. Quanto agli ostacoli ed ai depistaggi, sembra sufficiente richiamare soltanto i principali episodi. E' di tutta evidenza che si trattava di un'acquisizione del massimo interesse investigativo ove essa fosse stata resa nota e sviluppata nell'immediatezza.
Viccei era approdato all'intento di collaborare con la giustizia ed era stato sentito specificamente nell'istruttoria per l'Italicus nel marzo del in merito ai collegamenti, particolarmente intensi, esistenti negli anni ''74 tra il gruppo di Ascoli e il composito sodalizio milanese che raccoglieva al suo interno persone di alto livello provenienti da organizzazioni quali Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, Ordine Nero, MAR.
A costoro sarebbe risalita l'elaborazione e l'esecuzione di un disegno terroristico che doveva comportare l'esecuzione di quattro attentati di tipo stragista, tra i quali quello dell'Italicus. La cellula ascolana avrebbe avuto un diretto ruolo operativo nell'attuazione di tale disegno preparando ed eseguendo l'attentato ferroviario a Silvi Marina, in provincia di Teramo. Le dichiarazioni di Viccei convergevano peraltro con precedenti dichiarazioni Andrea Brogi e trovavano conforto in numerosissimi dati di riscontro raccolti nell'ambito di diverse istruttorie Orbene il Bongiovanni, che aveva inizialmente reso all'A.
Nella stessa ordinanza dell'agosto del il G. Ma tanto fu ammesso in sede giudiziaria dal Mannucci Benincasa soltanto nel e solo dopo che gli era stato contestato quanto in merito dichiarato dall'ammiraglio Casardi.
Zorzi, unitamente ad Umberto Nobili, di altre gravi calunnie nei confronti di Gelli; da un altro, che il collegamento tra il Mannucci Benincasa ed il Cauchi era passato, all'inizio, attraverso il professor Luigi Oggioni, affiliato alla P2, intimo di Gelli, ortopedico di fiducia del Sismi di Firenze; da un altro lato ancora, il ruolo avuto dal dottor Mario Marsili, genero di Gelli e successivamente affiliato alla P2, sull'altalenante contributo processuale reso da Alessandra De Bellis, moglie di Augusto Cauchi.
Cominciamo questa lunga cavalcata, suddivisa per sezioni e in ordine cronologico. Questo raro album, anch'esso proveniente dagli archivi di Frank-One, rappresenta la felice unione tra gli Zauber e la Compagnia del Teatro Zeta, quest'ultima fondata a Torino nel La Compagnia fin dagli esordi ha indirizzato la sua programmazione allo studio dei movimenti teatrali e degli autori che hanno caratterizzato il nostro secolo, alla valorizzazione del repertorio contemporaneo e all'allestimento di opere di preciso impegno socio-culturale.
Dal opera stabilmente presso il Teatro Monterosa di Torino con una intensa e articolata programmazione stagionale. In sintesi, come si legge dalle note di copertina, in un luogo immaginario i clowns si danno appuntamento per il loro festoso raduno annuale, ma la loro allegria si scontra con il mortificante autoritarismo dei "bianchi" padroni del paese.
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